Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto

giovedì 12 novembre 2009

Jackson Pollock -there is pure harmony, an easy give and take, and the painting comes out well-

« Non dipingo sul cavalletto. Preferisco fissare le tele sul muro o sul pavimento. Ho bisogno dell'opposizione che mi dà una superficie dura. Sul pavimento mi trovo più a mio agio. Mi sento più vicino al dipinto, quasi come fossi parte di lui, perché in questo modo posso camminarci attorno, lavorarci da tutti e quattro i lati ed essere letteralmente "dentro" al dipinto.Questo modo di procedere è simile a quello dei "Sand painters" Indiani dell'ovest. Continuo ad allontanarmi dai tradizionali strumenti del pittore come cavalletto, tavolozza, pennelli ecc. Preferisco bastoncini, cazzuole, coltelli e lasciar colare il colore oppure un impasto fatto anche con sabbia, frammenti di vetro o altri materiali.»





« Quando sono "dentro" i miei quadri, non sono pienamente consapevole di quello che sto facendo. Solo dopo un momento di "presa di coscienza" mi rendo conto di quello che ho realizzato. Non ho paura di fare cambiamenti, di rovinare l'immagine e così via, perché il dipinto vive di vita propria. Io cerco di farla uscire. È solo quando mi capita di perdere il contatto con il dipinto che il risultato è confuso e scadente. Altrimenti c'è una pura armonia, un semplice scambio di dare ed avere e il quadro riesce bene. »



«On the floor I am more at ease»

lunedì 2 novembre 2009

Alda Merini(Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1 novembre 2009)

CANZONE PER ALDA MERINI
Noi qui dentro si vive in un lungo letargo,
si vive afferrandosi a qualunque sguardo,
contandosi i pezzi lasciati là fuori,
che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori.
Io non scrivo più niente, mi legano i polsi,
ora l'unico tempo è nel tempo che colsi:
qui dentro il dolore è un ospite usuale, ma l'amore che manca è l'amore che fa male.
Ogni uomo della vita mia era il verso di una poesia perduto, straziato, raccolto, abbracciato,
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia è cielo è voragine, è terra che mangio per vivere ancora.
Dalla casa dei pazzi, da una nebbia lontana,
com'è dolce il ricordo di Dino Campana,
perchè basta anche un niente per essere felici,
basta vivere come le cose che dici,
e divederti in tutti gli amori che hai per non perderti, perderti, perderti mai.
Cosa non si fa per vivere, cosa non si fa per vivere, guarda...
Io sto vivendo.
Cosa mi è costato vivere? Cosa l'ho pagato vivere?
Figli, colpi di vento...
La mia bocca vuole vivere! La mia mano vuole vivere! Ora, in questo momento!
Il mio corpo vuole vivere! La mia vita vuole vivere! Amo, ti amo, ti sento!
Ogni uomo della vita mia era il verso di una poesia perduto, straziato, raccolto, abbracciato,
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia è cielo è voragine, è terra che mangio per vivere ancora.
Roberto Vecchioni

"Più bella della poesia è stata la mia vita"