"Dolce e chiara è la notte e senza vento"

Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto

venerdì 12 febbraio 2010

BEVITORE SOLIPSISTICO


IL MIO RAGAZZO E' UN ALCOLISTA
OVUNQUE SI BEVE LUI è SEMPRE IN VISTA
VINO,BIRRA O LIQUORE
E' SEMPRE STATO IL SUO GRANDE AMORE
PASSA LE ORE NEL FUMO E NEL PIANTO
MA SI SA... IL MOLLICA è UN SANTO!
[ringraziamenti a Nino Aveni per avermi rivelato ,quest'oggi, la vera natura di quest'uomo]

domenica 31 gennaio 2010

Watching the world from the bright side

domenica 3 gennaio 2010

Primo giorno

Lenzuola bianche in un armadio
Lenzuola rosse in un letto
Un figlio in una madre
La madre nelle doglie
Il padre davanti alla stanza
La stanza nella casa
La casa nella città
La città nella notte
La morte in un grido
E il figlio nella vita.


Jacques Prévert

giovedì 12 novembre 2009

Jackson Pollock -there is pure harmony, an easy give and take, and the painting comes out well-

« Non dipingo sul cavalletto. Preferisco fissare le tele sul muro o sul pavimento. Ho bisogno dell'opposizione che mi dà una superficie dura. Sul pavimento mi trovo più a mio agio. Mi sento più vicino al dipinto, quasi come fossi parte di lui, perché in questo modo posso camminarci attorno, lavorarci da tutti e quattro i lati ed essere letteralmente "dentro" al dipinto.Questo modo di procedere è simile a quello dei "Sand painters" Indiani dell'ovest. Continuo ad allontanarmi dai tradizionali strumenti del pittore come cavalletto, tavolozza, pennelli ecc. Preferisco bastoncini, cazzuole, coltelli e lasciar colare il colore oppure un impasto fatto anche con sabbia, frammenti di vetro o altri materiali.»





« Quando sono "dentro" i miei quadri, non sono pienamente consapevole di quello che sto facendo. Solo dopo un momento di "presa di coscienza" mi rendo conto di quello che ho realizzato. Non ho paura di fare cambiamenti, di rovinare l'immagine e così via, perché il dipinto vive di vita propria. Io cerco di farla uscire. È solo quando mi capita di perdere il contatto con il dipinto che il risultato è confuso e scadente. Altrimenti c'è una pura armonia, un semplice scambio di dare ed avere e il quadro riesce bene. »



«On the floor I am more at ease»

lunedì 2 novembre 2009

Alda Merini(Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1 novembre 2009)

CANZONE PER ALDA MERINI
Noi qui dentro si vive in un lungo letargo,
si vive afferrandosi a qualunque sguardo,
contandosi i pezzi lasciati là fuori,
che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori.
Io non scrivo più niente, mi legano i polsi,
ora l'unico tempo è nel tempo che colsi:
qui dentro il dolore è un ospite usuale, ma l'amore che manca è l'amore che fa male.
Ogni uomo della vita mia era il verso di una poesia perduto, straziato, raccolto, abbracciato,
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia è cielo è voragine, è terra che mangio per vivere ancora.
Dalla casa dei pazzi, da una nebbia lontana,
com'è dolce il ricordo di Dino Campana,
perchè basta anche un niente per essere felici,
basta vivere come le cose che dici,
e divederti in tutti gli amori che hai per non perderti, perderti, perderti mai.
Cosa non si fa per vivere, cosa non si fa per vivere, guarda...
Io sto vivendo.
Cosa mi è costato vivere? Cosa l'ho pagato vivere?
Figli, colpi di vento...
La mia bocca vuole vivere! La mia mano vuole vivere! Ora, in questo momento!
Il mio corpo vuole vivere! La mia vita vuole vivere! Amo, ti amo, ti sento!
Ogni uomo della vita mia era il verso di una poesia perduto, straziato, raccolto, abbracciato,
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia è cielo è voragine, è terra che mangio per vivere ancora.
Roberto Vecchioni

"Più bella della poesia è stata la mia vita"

sabato 24 ottobre 2009

Mille splendidi soli


Distesa sul divano, con le mani tra le ginocchia, Mariam fissava i mulinelli di neve che turbinavano fuori dalla finestra.Una volta Nana le aveva detto che ogni fiocco di neve era il sospiro di una donna infelice da qualche parte del mondo. Che tutti i sospiri che si elevavano al cielo si raccoglievano a formare le nubi, e poi si spezzavano in minuti frantumi, cadendo silenziosamente sulla gente." A ricordo di come soffrono le donne come noi" aveva detto. "Di come sopportiamo in silenzio tutto ciò che ci cade addosso".



giovedì 24 settembre 2009

[...]


LA FANTASIA E' UN POSTO DOVE CI PIOVE DENTRO

venerdì 11 settembre 2009

Io...ti ringrazio


Ringraziamenti



Nell'inaspettato mattino,
ricerca di pace.
È suo il rumore della luce assente,
è sua la voce delle onde.
Di tutto questo ringrazio,
da tutto questo –dolce sgomento -
mi consolo.
Di tutto il circostante, l'emozione ultima.
Il vento fra i capelli.
[G.M.]

domenica 6 settembre 2009

Stanotte


Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

["io non ho bisogno di denaro"Alda Merini]

giovedì 3 settembre 2009

Poetica Mente

Ti paragono a un giorno d’estate?
Tu sei più incantevole e più mite.
Violenti venti scuotono i cari germogli di maggio,
E la durata dell’estate ha una scadenza troppo breve.
A volte troppo caldo l’occhio del cielo splende,
E spesso la sua dorata carnagione è oscurata;
Ed ogni bellezza dalla bellezza qualche volta declina,
Per caso, o dal mutevole corso della natura privata d'ornamenti;
Ma la tua eterna estate non svanirà
Né perderai possesso di quella bellezza che tu possiedi;
Fino a quando gli uomini possono respirare o gli occhi possono vedere,
Fino a quando vive questo, e questo da vita a te.




Tu, estate eterna.

venerdì 31 luglio 2009

Sogni...


e bi-sogni...


[dipinto di Ele D'Artagnan]

mercoledì 29 luglio 2009

Per non rammaricarsi d'esser nati...[Inedito]



28 Settembre 1916

Dolina dei pidocchi(dal fronte)

Per non rammaricarsi d'esser nati
Questa carne molestata
ha pure
quando meno aspetta
i fremiti dell'alba
E mi brilla dolce la vita
come un prato
al rinvenuto bacio
della rugiada


Ungaretti

sabato 25 luglio 2009

"Ascolta, nel fondo dell'ombra/una visione ti viene incontro/un giorno senza tramonto le voci/si faranno presenze..."




Mon enfant, ma soeur, [Mia bambina, sorella mia,]

Songe à la douceur [pensa alla dolcezza]

D’aller là-bas vivre ensemble! [d'andare a vivere laggiù insieme!]

Aimer à loisir, [Amare appagati,]

Aimer et mourir [amare e morire]

Au pays qui te ressemble! [nel paese che ti somiglia!]

Les soleils mouillés [I soli umidi]

De ces ciels brouillés [di quei cieli torbidi]

Pour mon esprit ont les charmes [hanno per il mio spirito gli incanti]

Si mystérieux [così misteriosi]

De tes traîtres yeux, [dei tuoi ingannevoli occhi]

Brillant à travers leurs larmes. [che brillano attraverso le lacrime.]

Là, tout n’est qu’ordre et beauté, [Laggiù, tutto non è che ordine e bellezza,]

Luxe, calme et volupté. [lusso, calma e voluttà.]

Des meubles luisants [Lucidi mobili,]

Polis par les ans, [levigati dagli anni,]

Décoreraient notre chambre; [ornerebbero la nostra stanza;]

Les plus rares fleurs [i fiori più rari,]

Mêlant leurs odeurs [confonderebbero i loro odori]

Aux vagues senteurs de l’ambre, [ai vaghi sentori dell'ambra,]

Les riches plafonds, [i ricchi soffitti,]

Les miroirs profonds, [gli specchi profondi,]

La splendeur orientale, [lo splendore orientale,]

Tout y parlerait [tutto parlerebbe]

À l’âme en secret [nel segreto dell'anima]

Sa douce langue natale. [nella sua dolce lingua natia.]

Là, tout n’est qu’ordre et beauté, [Laggiù, tutto non è che ordine e bellezza,]

Luxe, calme et volupté. [lusso, calma e voluttà.]
Vois sur ces canaux [Guarda su quei canali]
Dormir ces vaisseaux [dormire quei vascelli]

Dont l’humeur est vagabonde; [dall'indole vagabonda:]

C’est pour assouvir [è per appagare]

Ton moindre désir [ogni tuo desiderio]

Qu’ils viennent du bout du monde. [che vengono dai confini del mondo.]

Les soleils couchants [I soli al tramonto]

Revêtent les champs, [vestono i campi,]

Les canaux, la ville entière, [i canali, la città intera,]

D’hyacinthe et d’or; [di giacinto e d'oro;]

Le monde s’endort [il mondo s'addormenta]

Dans une chaude lumière [in una calda luce.]

Là, tout n’est qu’ordre et beauté, [Laggiù, tutto non è che ordine e bellezza,]

Luxe, calme et volupté. [lusso, calma e voluttà.]




Sai dire addio ai giorni felici?




Ti invito al viaggio in quel paese che ti somiglia tanto.

I soli languidi dei suoi cieli annebbiati hanno per il mio spirito l'incanto dei tuoi occhi quando brillano offuscati.

Laggiù tutto é ordine e bellezza, calma e voluttà.

Il mondo s'addormenta in una calda luce di giacinto e d'oro.

Dormono pigramente i vascelli vagabondi arrivati da ogni confine per soddisfare i tuoi desideri. Le matin j'écoutais les sons du jardin la langage des parfums des fleurs.



-Baudelaire"l'invitation au voyage";Battiato"Invito al viaggio";Matisse"luxe,calme et voluptè"-

giovedì 23 luglio 2009

Welcome footsteps

mercoledì 15 luglio 2009

Un addio



« Sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che chiunque avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se chiunque avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi. V. »


[Il 28 Aprile del 1941 Virginia Woolf riempendosi le tasche di sassi si lasciò annegare nel fiume Ouse, dopo aver lasciato questo scritto al marito]

lunedì 13 luglio 2009

Tu, quanto tempo hai?


Ci sono foglie che si aggrappano ai rami perchè non vogliono cadere mai,

ci sono stelle che si aggrappano al cielo perchè si accorgono di finire, sai,

ci sono ubriachi che stringono il bicchiere perchè è sempre l'ultimo che fa paura,

ci sono uccelli che sentono lo sparo e contano quanto gli resta ancora.

Ed è soltanto una questione di tempo: quello che serve a salvare un uomo,

il cielo quando è in attesa di un lampo,

una chitarra che aspetta un suono,

una ragazza col cuore in gola perchè il suo amore non può finire,

il tempo prima della parola che non avresti mai voluto dire.

E tu, quanto tempo hai?

tu, quanto amore hai?

io, non ti perdo mai ti aspetto al fondo di questa strada, sai;

tu, quanto tempo hai, quanto tempo hai, quanto amore hai?

Ci sono ragazzi che chiudono gli occhi e si distruggono in un altro tempo,

ma d'altra parte ci sono vecchi che darebbero tutto per un momento,

ci sono lettere che non arrivano,

baci che restano immaginari,

ci sono treni che si stanno chiedendo quando finiscono i binari.

E ci sono poeti che chiedono a Dio un altro giorno per dire qualcosa e giardinieri sdraiati di notte col naso sul gambo di una rosa,

ci sono bambini che aspettano quando verranno per spegnergli la luce,

e uomini che hanno sfidato il tempo perchè qualcuno fosse felice.


E tu, quanto tempo hai? tu, quanto amore hai? basta solo sapere questo, sai; conta solo questo, sai.

martedì 30 giugno 2009

Robert Doisneau

« Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere. »
[Les frères, 1934]
[Le Remorqueur du Champ de Mars]


[Musician in the rain]


[Le baiser de l' Hotel de Ville, 1950]

lunedì 29 giugno 2009

L'artista è il creatore di cose belle


"È il più bel ritratto dell'epoca moderna. Signor Gray, venga e si guardi."Il giovane ebbe un sussulto, come se si fosse destato da un sogno. "È davvero finito?" mormorò scendendo dalla piattaforma."Completamente finito," ripeté il pittore. "E oggi hai posato magnificamente. Te ne sono davvero riconoscente.""È tutto merito mio," intervenne Lord Henry. "Non è vero signor Gray?"Dorian non rispose, ma passò con aria svogliata davanti al quadro e si voltò per osservarlo. Quando lo vide arretrò leggermente e per un attimo arrossì di piacere. Gli occhi gli si illuminarono di gioia, come se per la prima volta si fosse riconosciuto. Rimase immobile, stupito. Sentiva debolmente che Hallward gli diceva qualcosa, ma non capiva il significato delle parole. Il senso della sua bellezza lo colpì come una rivelazione. Non se ne era mai reso conto, prima. I complimenti di Basil Hallward gli erano sembrati solo le piacevoli esagerazioni di un amico; li aveva ascoltati, ne aveva riso, li aveva dimenticati. Non avevano avuto nessuna influenza sul suo carattere. Poi era venuto Lord Henry Wotton con quel suo strano panegirico sulla giovinezza e il terribile avvertimento della sua brevità. Sul momento la cosa lo aveva colpito e ora, mentre contemplava l'ombra della propria bellezza, la piena realtà di quella descrizione lo attraversò come un lampo. Sì, un giorno il suo volto sarebbe divenuto rugoso e avvizzito, gli occhi deboli e scoloriti, la grazia della sua figura rotta e deforme. Le labbra avrebbero perduto il colore scarlatto, l'oro sarebbe scomparso dai capelli. La vita, che avrebbe formato la sua anima, avrebbe distrutto il suo corpo. Sarebbe diventato orribile, ripugnante, goffo.Mentre pensava a queste cose, un'acuta fitta di dolore lo attraversò come una coltellata, facendo rabbrividire ogni nervo della sua delicata natura. Gli occhi assunsero un color ametista e li velò una nebbia di lacrime. Gli sembrò che una mano di ghiaccio gli avesse stretto il cuore."Non ti piace?" esclamò finalmente Basil Hallward un poco colpito dal silenzio del giovane e non comprendendone il motivo."Certo che gli piace," disse Lord Henry. "A chi non piacerebbe? È una delle migliori opere dell'arte moderna. Ti darò tutto quello che vorrai chiedermi. Devo averlo.""Non è mio, Harry.""E di chi é?""Di Dorian, naturalmente," rispose il pittore."È davvero un individuo fortunato.""Che cosa triste!" mormorò Dorian Gray, sempre tenendo gli occhi fissi sul ritratto. "Che cosa triste! Io diventerò vecchio, orribile, disgustoso, ma questo quadro resterà sempre giovane. Non sarà mai più vecchio di quanto è oggi, in questa giornata di giugno... Se solo potesse essere il contrario! Se potessi io rimanere sempre giovane e invecchiasse il quadro, invece! Per questo... per questo darei qualunque cosa! Sì, non c'è nulla al mondo che non darei! Darei l'anima!"
Avrebbe ucciso la mostruosa vita della sua anima e, senza i suoi infami avvertimenti, si sarebbe sentito in pace. Afferrò il coltello e colpì la tela.
Colpì se stesso.
[from "The picture of Dorian Gray"]