Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto

lunedì 29 giugno 2009

L'artista è il creatore di cose belle


"È il più bel ritratto dell'epoca moderna. Signor Gray, venga e si guardi."Il giovane ebbe un sussulto, come se si fosse destato da un sogno. "È davvero finito?" mormorò scendendo dalla piattaforma."Completamente finito," ripeté il pittore. "E oggi hai posato magnificamente. Te ne sono davvero riconoscente.""È tutto merito mio," intervenne Lord Henry. "Non è vero signor Gray?"Dorian non rispose, ma passò con aria svogliata davanti al quadro e si voltò per osservarlo. Quando lo vide arretrò leggermente e per un attimo arrossì di piacere. Gli occhi gli si illuminarono di gioia, come se per la prima volta si fosse riconosciuto. Rimase immobile, stupito. Sentiva debolmente che Hallward gli diceva qualcosa, ma non capiva il significato delle parole. Il senso della sua bellezza lo colpì come una rivelazione. Non se ne era mai reso conto, prima. I complimenti di Basil Hallward gli erano sembrati solo le piacevoli esagerazioni di un amico; li aveva ascoltati, ne aveva riso, li aveva dimenticati. Non avevano avuto nessuna influenza sul suo carattere. Poi era venuto Lord Henry Wotton con quel suo strano panegirico sulla giovinezza e il terribile avvertimento della sua brevità. Sul momento la cosa lo aveva colpito e ora, mentre contemplava l'ombra della propria bellezza, la piena realtà di quella descrizione lo attraversò come un lampo. Sì, un giorno il suo volto sarebbe divenuto rugoso e avvizzito, gli occhi deboli e scoloriti, la grazia della sua figura rotta e deforme. Le labbra avrebbero perduto il colore scarlatto, l'oro sarebbe scomparso dai capelli. La vita, che avrebbe formato la sua anima, avrebbe distrutto il suo corpo. Sarebbe diventato orribile, ripugnante, goffo.Mentre pensava a queste cose, un'acuta fitta di dolore lo attraversò come una coltellata, facendo rabbrividire ogni nervo della sua delicata natura. Gli occhi assunsero un color ametista e li velò una nebbia di lacrime. Gli sembrò che una mano di ghiaccio gli avesse stretto il cuore."Non ti piace?" esclamò finalmente Basil Hallward un poco colpito dal silenzio del giovane e non comprendendone il motivo."Certo che gli piace," disse Lord Henry. "A chi non piacerebbe? È una delle migliori opere dell'arte moderna. Ti darò tutto quello che vorrai chiedermi. Devo averlo.""Non è mio, Harry.""E di chi é?""Di Dorian, naturalmente," rispose il pittore."È davvero un individuo fortunato.""Che cosa triste!" mormorò Dorian Gray, sempre tenendo gli occhi fissi sul ritratto. "Che cosa triste! Io diventerò vecchio, orribile, disgustoso, ma questo quadro resterà sempre giovane. Non sarà mai più vecchio di quanto è oggi, in questa giornata di giugno... Se solo potesse essere il contrario! Se potessi io rimanere sempre giovane e invecchiasse il quadro, invece! Per questo... per questo darei qualunque cosa! Sì, non c'è nulla al mondo che non darei! Darei l'anima!"
Avrebbe ucciso la mostruosa vita della sua anima e, senza i suoi infami avvertimenti, si sarebbe sentito in pace. Afferrò il coltello e colpì la tela.
Colpì se stesso.
[from "The picture of Dorian Gray"]

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che libro stupendo..